5 novembre 2010

Editoriale

“Perché un pensiero cambi il mondo… “[1]

Viviamo in un contesto caratterizzato da cambiamenti costanti, che pervadono anche la produzione e fruizione culturale, alla quale i nostri ragazzi devono poter accedere.
Nella convinzione che la scuola debba promuovere l’acquisizione di chiavi interpretative, fondate su valori condivisi e universali,  per far fronte alla complessità di questi continui e profondi cambiamenti, il nostro Istituto Comprensivo ha privilegiato scelte basate più sul come che sul quanto,  che sia possibile realizzare e mantenere  nel tempo grazie alla sostenibilità[2].
Le attività progettate e realizzate rispondono ad una scuola che favorisce la conoscenza attraverso i punti di vista disciplinari e dei sistemi simbolici e concettuali, considerati come un ponte verso la realtà, per poi giungere a contestualizzare le esperienze di apprendimento e conferire senso a quanto si fa e ai comportamenti quotidiani.
Le proposte documentate in questo numero de “Il Quaderno” rappresentano solo alcune delle attività realizzate in coerenza con le scelte dell'Istituto Comprensivo nel corso dell'anno scolastico 2009-2010.
Attività che hanno visto protagonisti i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di San Polo, coordinati e supportati dai loro insegnanti sia in orario curricolare che in orario pomeridiano.
Ai ragazzi, agli insegnanti, e al personale non docente che ha collaborato, nonché al prof. Barbon Gastone che ha curato la grafica e l’impaginazione di questi quattro numeri de “Il Quaderno”,  le mie più vive congratulazioni per quanto hanno saputo realizzare.
“Nulla di grande nel mondo è stato fatto senza passione”[3], auguro a tutti di continuare ad essere “affamati e folli”[4].
Di cuore. 

Il Dirigente Scolastico
Liviana Da Re


[1] “Perchè un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi la vita di colui che lo esprime. Che cambi in esempio.” Albert Camus
[2] Nussbaum Martha C., Cultivating Humanity – A Classical Defense Of Reform In Liberal Education, Harvard Univ. Press, 1997
[3] F. Hegel
[4] Steve Jobs

7 ottobre 2010

Una grande lezione

31 agosto 2010

"Il nostro tempo" La scelta



di M. Del Forno – F. Ferraguzzo – F. Caprara – E. Mangia -
R. Cardelli – M. Del Forno – F. Ferraguzzo -
Ed. Tieni Duro – Roma
I giorni fra di noi trascorrono veloci
E come andrà  a finire ancora tu non sai
Il mondo sta cambiando e noi stiamo cambiando
Respirando, sempre respirando
Le strade son diverse,
Frenetiche,
Ma intense di volti e lineamenti differenti
Vedo immagini nuove,
Culture e colori,
Radici lontane che adesso mi appartengono
Il mondo che vorrei
Non trova differenze
Fra l’uomo e le sue varie appartenenze
E quello che vivremo sarà …
La foto di una nuova realtà
Immagine del nostro tempo
Un’onda che mi cambierà … dentro
E mi sento un africano metropolitano
Con gli occhi da orientale
E il cuore di chi sa che andrà  lontano
La mia casa è un altopiano al centro di Milano
E mi sento umano
Io mi sento umano…
E mi sento un africano metropolitano
Con gli occhi da orientale
E il cuore di chi sa che andrà  lontano
E se ti sembra strano…io mi sento umano…
I giorni fra di noi, trascorrono veloci
E come andrà  a finire ora tu lo sai
E quello che viviamo è già  la foto di una nuova realtà
Immagine del nostro tempo
Lo specchio di un fiume che si muove lento…
E mi sento un africano metropolitano
Con gli occhi da orientale
E il cuore di chi sa che andrà  lontano
La mia casa è un altopiano al centro di Milano
E mi sento umano, io mi sento umano…
E mi sento vivo sono figlio del destino
Ho scelto il mondo per confine e non sarò mai clandestino
Se ti sembra strano…vieni più vicino…
Io mi sento umano…io mi sento umano
E guarderemo da lontano quello che eravamo
Con la semplicità  andremo via tenendoci per mano…


La Nostra Famiglia

E' un'associazione fondata da Don Luigi Monza, nata con l'intento di aiutare le persone diversamente abili. In Italia ci sono trentacinque sedi e una di queste si trova ad Oderzo. I nostri insegnanti hanno deciso di portare tutta la classe a visitare questa struttura. All'arrivo siamo stati accolti da un’assistente sociale che ci ha fatto da guida per tutta la durata della nostra visita. Abbiamo visto numerose stanze ognuna delle quali aveva un particolare utilizzo. In quella per la fisioterapia c'erano molti attrezzi tra i quali uno per esercitarsi a camminare, e alcuni di noi hanno voluto provare ad utilizzarlo.
La nostra guida ci ha spiegato molte cose e ci ha fatto riflettere su alcune azioni, all'apparenza molto semplici e che vengono eseguite in modo naturale, ma che in realtà ad una analisi più attenta, si rivelano essere molto complicate.
Abbiamo poi visitato numerosi laboratori, dove i ragazzi del centro, assistiti da alcuni volontari, producono svariati tipi di oggetti: quadretti, album per fotografie, ed addirittura i “raggi” per le ruote delle biciclette. Tutti erano impegnati al massimo nella realizzazione di questi oggetti. Anche noi abbiamo voluto provare  a costruire un segnalibro, non era per niente semplice, ma grazie all'aiuto di alcuni ragazzi simpaticissimi, tra un sorriso e l'altro ci siamo riusciti. Alla partenza, molto gentilmente, ci hanno regalato alcuni segnalibri che avevano già realizzato.
E' stato molto interessante: sapevamo che quelle persone realizzavano degli oggetti, ma non credevamo fossero cosi belli.
Questa visita ha rafforzato in noi la convinzione che le diversità vanno accettate, perché ogni persona ha delle caratteristiche particolari che la rendono unica.

I ragazzi della II°B di Ormelle

30 giugno 2010

My Opening Farewell

La mia domanda di trasferimento è stata accolta e, dal 1 settembre 2010, sarò  sulla mia strada  verso l'Istituto Comprensivo di San Fior .
Ringrazio quanti hanno operato con passione, professionalità e rispetto ed auguro stay hungry, stay foolish

7 giugno 2010

Ricordi della Seconda Guerra Mondiale - 2

I nostri nonni la ricordano così
Mio nonno mi ha raccontato che il 6 gennaio 1942, i Nazisti lo hanno portato ad Oderzo e da lì a Treviso in treno. Poi, sempre in treno lo hanno portatoa Trento dove rimase fino al 7 gennaio 1942; gli diedero una divisa verde da indossare. Partì per l'Austria e vi rimase fino all'8 settembre 1943. Il giorno dopo lo portarono in Germania nel campo di concentramento, lo misero in fila e gli diedero un libretto. Di seguito andò a lavorare in una polveriera per circa un anno e poi in una fabbrica di locomotive. Il 15 aprile 1945 fino al 18 luglio 1945 ando a Pescantina e poi con un camion del Comune di Ormelle e della Diocesi di Treviso lo riportarono a casa.

1 giugno 2010

Ricordi della Seconda Guerra Mondiale

I nostri nonni la ricordano così

Ciao! Siamo i ragazzi della 3A della scuola media di Ormelle... con il professore di Religione ci siamo soffermati sulle due guerre mondiali raccogliendo testimonianze di parenti e conoscenti che avevano vissuto quei momenti. Abbiamo approfondito maggiormente la Seconda Guerra Mondiale essendo più vicina a noi e per questo motivo le fonti a disposizione erano maggiori. Ora desideriamo renderti partecipe di una parte del nostro lavoro. Dunque chiudi la televisione e mettiti comodo... E buona lettura.
Per mangiare in tempo di guerra, i contadini passavano il cibo alle famiglie. Durante la guerra questa zona venne sfollata e per scappare: quelli a destra del Piave andavano verso il Po, mentre quelli a sinistra andavano verso le montagne. Essi rientrarono nel 1918. Il bisnonno di un mio vicino di casa era talmente abituato a mangiare poco che quando rientrò, mangiò un bel piatto di pasta e morì. Nella nostra zona tutti i campanili. e anche qualche chiesa, vennero distrutti con il mortaio, perchè i soldati li usavano come vedette.
L'Italia dichiarò guerra alla Russia nel 1939. Durante la guerra, la casa dei miei bisnonni - nonni ospitava partigiani nella soffitta (soer) dove si nascondevano durante i rastrellamenti dei tedeschi: se questi fossero andati a controllare, i partigiani avrebbero sparato. Anche a casa dei miei nonni ci fun un rastrellamento e la mia bisnonna Margherita disse ai nazisti che in soffitta non c'era nessuno, invitandoli ad andare a controllare. Grazie a questo gesto così convinvente i tedeschi le credettero e se ne andarono. Questi erano circa una ventina di soldati, seguiti da fascisti. Durante il dominio fascista, quando passava il podestà, tutti dovevano salutarlo: un certo Forniz da Roncadelle non lo fece e fu trasportato al centro della piazza, qui gli fecero bere 1/4 di olio bruciato. Dopo qualche giorno morì. Durante la guerra, c'era il coprifuoco e se qualcuno veniva trovato fuori casa dopo l'orario stabilito, veniva portato in prigione e poi processato (o in campo di concentramento, o fucilato). Qui ad Ormelle il comando dei tedechi era l'attuale asilo. I raccolti agricoli dovevano essere portati all'ammasso, poi i tedeschi ti davano una tessera con la quale andavi a fare la spesa. Il nonno di mio nonno quando uccideva la bestia inviava la carne, la farina e il vino ai partigiani in Cansiglio. Le persone che finivano nei lager  non sempre venivano uccise, perchè se i tedeschi capivano che non erano politicizzate le mandavano ad aiutare i contadini nei campi. Alla fine della guerra l'Italia era divisa in due: Repubblica e Monarchia. Dopo il rreferendum, vinse la Repubblica.

All'inizio la guerra civile tra italiani fascisti e italiani partigiani durò per molto tempo. Infatti solo a Roncadelle ci furono cinque rastrellamenti. Nel primo furono prese quattro persone, amici di famiglia e due di questi morirono in campo di concentramento. Nel secondo fu bruciata una casa e l'abitazione del parroco, ma nessuna persona venne presa. Il giorno dopo, venti persone furono catturate e portate via. Al quarto rastrellamento mio nonno e mio zio si nascosero in una botte piantata nel terreno e si coprirono con delle patate. Quando ad un certo punto sentirono degli spari, scapparono. Si ritrovarono con dei ragazzi da Ponte di Piave che, anche loro, fuggivano e arrivarono fino a Stabiuzzo dove si fermarono a mangiare e per ringraziare dell'ospitalità aiutarono la famiglia con dei piccoli lavoretti. Mio nonno doveva fare la guardia e avvertire subito se arrivavano i Tedeschi. Ad un certo punto vide dalla stradina degli uomini avanzaredei soldati con  alcuni rpigionieri. In tedesco si dissero qualcosa e venne puntato da un soldato il fucile sulla schiena di mio nonno. Quando gli altri se ne andarono, la guardia disse a lui di andarsene e glielo fece capire muovendo la mano, ma impaurito e temendo il peggio mio nonno non si scompose. Dopo un po' si convinse e così grazie a quell'uomo, mio nonno si salvò.